Investigazioni private: cosa si può fare e cosa no

Se ti stai chiedendo cosa può fare un investigatore privato e come si effettuano le investigazioni private, occorre innanzitutto chiarire il ruolo dei professionisti che operano in questo campo. L'investigatore  privato diventa tale dopo aver ottenuto una licenza prefettizia, che gli consente di svolgere attività di raccolta dati o elementi utili al committente, secondo l'art. 140 T.U.L.P.S.

L’investigatore privato svolge la sua prestazione lavorativa su commissione, come qualsiasi altro professionista, rispetto ai suoi clienti.

Inoltre, può compiere tutte le attività necessarie per portare a termine l’incarico rispettando, tuttavia, i limiti imposti dall’ordinamento. Infatti, l’investigatore non potrà in nessun caso violare la legge. Quindi, ad esempio, non potrà intercettare comunicazioni telefoniche o registrare conversazioni tra persone non presenti nello stesso luogo.

Investigazioni private, quali attività si possono svolgere secondo la legge?

Forse non sapevi che l’investigatore non può entrare in luoghi privati senza uno specifico permesso o autorizzazione. E non solo, perché non può registrare audio o video in un'abitazione privata, o accedere a conti bancari o postali, né ai dati coperti dal diritto alla privacy. Ed esistono altre azioni non consentite, stabilite proprio dalla legge italiana.

Il cliente non può chiedere all’investigatore di controllare il cellulare di un'altra persona, o di verificare i tabulati telefonici, ad esempio, di una moglie o compagna. Controlli come questi, infatti, rappresentano una violazione della privacy e la pena va a carico del professionista che la commette.

Vediamo ora quali azioni può compiere l’investigatore durante un'indagine:

  • acquisire foto o video in un luogo pubblico / aperto al pubblico

  • pedinare un sorvegliato

  • registrare colloqui e dialoghi svolti in sua presenza

  • fare controlli in un certo luogo previo consenso del titolare

  • utilizzare la geolocalizzazione per controllare gli spostamenti di un’auto, oppure estrapolare dati da documenti di libero accesso e ingaggiare collaboratori.

Se raccolti nel rispetto della legge, gli elementi trovati possono essere anche utilizzati in un processo civile o penale.

Eppure, sia il D.M. 269/2010 che il TULPS non indicano nel dettaglio le attività che possono essere svolte da un investigatore. Questo professionista, infatti, dovrà genericamente sottostare alle disposizioni del Codice Penale. Per cui, non può fare tutto ciò che è vietato a un comune cittadino - ad esempio, non può fare una fotografia in una dimora privata.

Uso di strumentazione tecnologica

Laddove è possibile pedinare un sorvegliato, è possibile anche utilizzare attrezzature elettroniche. Quindi è possibile montare il rilevatore GPS sulla sua auto o sull’auto aziendale in uso. Infatti, il GPS può essere tecnicamente applicato sulle vetture idonee per le indagini.

Inoltre, l'investigatore può registrare le conversazioni a cui partecipa o a cui assiste. E non basta, perché può anche registrare le conversazioni all’interno di un’auto tramite registratore o microspia, perché l’autovettura non è considerata privata dimora.

Rischi e sanzioni

Infine, occorre ricordare che per l'utilizzo scorretto del GPS non esistono sanzioni amministrative o penali. Invece, per gli strumenti di raccolta audio e video, esistono sanzioni non amministrative ma penali. Quindi, se l'investigatore piazza la microspia in un'abitazione privata per sapere cosa succede all'interno, commette il reato espresso nell’art. 615 bis del Codice Penale, che include sanzioni da 1 a 5 anni di reclusione.

Un’altra sanzione può riguardare l’investigatore se utilizza strumenti simili a microspie per le comunicazioni telefoniche. In questo caso, avviene la violazione del Codice Penale prevista dall’art. 617.

In ogni caso, quindi, è bene scegliere un servizio d'investigazione affidabile e preparato, in modo da raggiungere il risultato senza incorrere in rischi o sanzioni.

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