Minori ed investigazioni, quando una famiglia può rivolgersi ad un detective?

Lo sapevi che l’investigatore privato è autorizzato “a scoprire e documentare il comportamento del giovane, anche per fatti che possono essere illustrati in sede giudiziaria”? Spesso quando si parla di investigazioni private si pensa (erroneamente!) che ci si riferisca solamente a casi di infedeltà coniugale o ad indagini aziendali.

 

Il controllo e la tutela dei diritti dei minori, invece, è un'attività (non di secondo piano) che può essere affidata ad una società di investigazioni. Una famiglia può rivolgersi ad un investigatore privato in diversi casi, come ad esempio il presunto consumo di droga o alcol, atti di bullismo, frequentazioni sbagliate o anche mancato rispetto degli obblighi scolastici.

Il ricorso all'investigatore privato è possibile anche solo in caso di presunti comportamenti poco diligenti del proprio figlio. E' comunemente risaputo, infatti, che spesso i ragazzi, specie nella fase adolescenziale, nascondino ciò che fanno ai propri genitori. E questi, soprattutto al fine di evitare il peggiorare della situazione, possono dunque affidare il controllo del minore ad un detective privato, il quale - tra pedinamenti e accostamenti - riesce a documentare il comportamento del minore.

Inoltre, quando si parla di controllo di minori non può non essere menzionato un caso particolare: quello del ricorso all'investigatore privato nelle situazioni di "affidamento del o dei figli". Spesso, non volutamente, i minori possono costituire anche "oggetto del contendere" tra coppie separate. In tali fattispecie il genitore non affidatario può rivolgersi all'investigatore quando ritiene che il comportamento del genitore affidatario non sia idoneo a tutelare gli interessi del minore. Con le prove che gli saranno procurate e fornite dalle indagini investigative, il genitore cercherà di ribaltare quanto stabilito in tribunale.